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- Rivista di Pneumologia Pediatrica
- Salute respiratoria e ambiente
Editoriale
Questo numero della rivista è dedicato ad un argomento non clinico ma, almeno nelle nostre intenzioni, egualmente rilevante per il pediatra con interessi pneumologici e, più in generale, per chi si occupa di salute infantile: i possibili danni sulla salute respiratoria di alcuni fattori ambientali. La dizione “fattori ambientali” è qui utilizzata nell’accezione ampia dell’OMS e l’attenzione non è quindi posta solo sull’inquinamento outdoor e indoor ma anche su altri fattori esogeni quali ad esempio la dieta o, più in generale, lo “stile di vita”. Nell’articolo di Enrica Migliore, che tratta della salute respiratoria del bambino immigrato, si argomenta ad esempio come bambini provenienti da altri paesi abbiano negli anni un aumento di sintomi asmatici, e come vi siano delle evidenze anche di un cambiamento nel tempo della sensibilizzazione allergica. Il bambino immigrato rappresenta quindi in un certo senso un modello di come l’ambiente possa modulare l’espressività di una malattia come l’asma bronchiale che pure presenta anche un’importante componente genetica.
Il numero è stato pensato come tanti brevi articoli che rispondono a domande precise e il sottotitolo potrebbe essere “epidemiologia in pillole”. Le “pillole” sono le risposte che il pediatra chiede all’epidemiologo (molti articoli sono scritti da epidemiologi) o comunque all’epidemiologia. Ma risposte per cosa? Risposte per potere parlare con argomentazioni che abbiano una solida base scientifica ai genitori e ai ragazzi che spesso sono attenti a questi temi ma che sono solitamente informati per lo più da altre da fonti (TV, internet, giornali) che contengono notizie spesso approssimative se non addirittura fuorvianti. Risposte per potere fare un’opera di prevenzione informata. La prevenzione è del resto da sempre un’attività a cui i pediatri si sono dedicati più di altri specialisti; pensiamo solo alle vaccinazioni, alla prevenzione del rachitismo, alla profilassi della carie e, per ciò che riguarda più specificamente le malattie respiratorie, la prevenzione dell’esposizione ad allergeni. È importante rendersi conto che sarà necessario occuparsi attivamente anche dell’esposizione al traffico veicolare, al fumo (tutti i pediatri lo sanno ma quanti ne parlano con i genitori o con le potenziali mamme? E quanti loro stessi fumano?), alle muffe che non si comportano solo come allergeni, e poi alla dieta, alla televisione ma forse, anche, a come sono costruite e ventilate le case e le scuole. Quest’ultima osservazione ci fornisce lo spunto per sottolineare che l’ultimo articolo del numero monografico riferisce alcune esperienze locali di promozione della salute che prevedono la collaborazione attiva di diversi attori. Non sono esperienze rivoluzionarie, ma proprio per questo potrebbero e, di fatto, alcune già lo sono, essere ripetute in altre realtà; l’altro loro motivo di interesse è che prevedono la sensibilizzazione sui temi ambientali dei bambini, cioè a dire degli adulti di domani.