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- Rivista di Pneumologia Pediatrica
- Lo sport nelle malattie polmonari-2
Editoriale
Nell’anno in cui le Olimpiadi sono tornate nella terra del mito, dedichiamo ancora allo sport l’ultimo numero della rivista per l’anno 2004.
Condividiamo la soddisfazione dei pazienti asmatici che nel congresso decennale di Federasma hanno sentito ricordare quante medaglie olimpiche siano state vinte da atleti asmatici e anche se le sette medaglie d’oro del nuotatore asmatico Mark Spitz rimarranno un sogno inarrivabile per molti (asmatici e non), la consapevolezza di potere raggiungere ottimi livelli di prestazione sportiva deve far parte del bagaglio di conoscenze del paziente con patologia respiratoria (e non solo asmatico) e del medico che lo cura. Questo, ovviamente, nel rispetto degli accertamenti e di vincoli di ordine medico-legale che devono salvaguardare prima di tutto la buona salute dell’atleta (affetto o no da una patologia di base). Il lavoro degli specialisti illustrato negli articoli di questo numero assicura il raggiungimento di buone e ottime prestazioni, ma viene al termine di una precedente collaborazione tra le figure che ruotano attorno al bambino o adolescente con patologia respiratoria, e cioè il suo medico, i suoi genitori, i suoi insegnanti e allenatori sportivi che dovrebbero condividere conoscenze ed esperienze sulla patologia respiratoria e avviare il ragazzo ad uno sport che sia terapia, gioco, affermazione di una buona qualità della vita ma anche educazione e solidarietà e non certo culto della vittoria come sinonimo di nevrosi o quello del corpo decretato dall’ossessione del fitness.
L’articolo di Battistini et al. sulla Terapia a lungo termine dell’asma: i risultati di un approccio più aggressivo rispetto alle Linee Guida, vuole mettere in discussione gli schemi di terapia proposti nelle Linee Guida internazionali a favore di una redifinizione dei criteri di diagnosi e quindi degli schemi terapeutici da seguire. Rimettere in di-scussione le Linee Guida internazionali a nostro parere dimostra la volontà dei Centri pneumologici di adattare le Linee Guida ai vari fenotipi in cui si manifesta l’asma e non accettarne una pedissequa applicazione.